Se qualcuno aveva bisogno di certezze sul fatto che il settore turismo sia in crisi, è stato accontentato al TTG di Rimini: tastare il polso a questo zombi è inutile. Alla kermesse di ottobre non è emerso niente che già non si sapesse e il proporsi spocchioso e ben vestito di chi ha partecipato non ha fatto altro che accentuare il grottesco intrinseco di questo ambiente.
Il TTG si propone da sempre come l'evento italiano principale del settore (la Bit è morta da un pezzo) ed è un po come correre una gara da soli e vincere un prosciutto che ti sei comprato il giorno prima. Non c'erano i Tour Operator, girovagando mi sono accorto che anche quest'anno chi doveva essere li non c'era e gli spazi erano occupati da enti del turismo che promuovevano i territori anziché i viaggi; va benissimo ma non chiamiamola più B2B
Ho visto, relegati in angusti spazi angolari Giver, Best Tour, Valtour e qualche decina di micro T.O. Gli Stand erano invasi di enti del turismo locali o nazionali con cataloghi generici. Se si voleva parlare con qualcuno specificatamente di qualcosa, ci si poteva accomodare su anguste seggioline simil-camping e piccolissimi tavolini in plastica. I catologhi erano ancora quelli vecchi e sentirsi dire di andare a cercare su internet l'itinerario migliore denota il livello di scadenza. Gli spazi più belli erano quelli occupati dall'Ente del Turismo Messicano, quello Argentino e quello del Piemonte. Trenitalia offriva un bellissimo stand ma è un main sponsor e oltretutto monopolista quindi non pesa a livello di giudizio.
La zona più interessante era quella denominata “TTG next2” dove tutto era incentrato su web e applicazioni e gli stand più affollati erano quelli di Expedia, Venere e Hotels.com; io qualche domanda me la farei.
In una fiera di buyers & sellers devono esserci compratori e venditori e se non ci sono è una sagra di paese dove si fa una fila infinita per una piadina.
A fine mese c'è il Salone del Turismo Italiano a Luganoe magari si sono dati appuntamento li.
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