God bless America

 

La sensazione è quella di guardare un film in tv. Scendi dall'aereo, segui il serpentone fino al ritiro bagagli, imposti il telefono sulla rete telefonica locale. Gli agenti del National Boarding Security controllano i passaporti e fanno domande: non ce n'è uno piccolo. Le file sono lunghe, le attese a volte esasperanti ma tutto scorre secondo un iter prestabilito e non si sgarra. Capisci subito che qui ci sono regole che vanno rispettate, se non lo fai c'è sempre qualcuno che te lo fa notare. Il senso civico emerge sin da subito. Esci dall'aeroporto ma in realtà entri in una dimensione tra il reale e la serie preferita che segui in tv: i taxi sono gialli, la gente va di fretta e odora di bagnoschiuma, meltin pot evidente, negozi strani, odore di hot dog nell'aria, bandiere in ogni angolo. Benvenuti negli Stati Uniti d'America.

 

Di solito in aeroporto io vado subito a prendere l'auto già prenotata ma può capitare di prendere il taxi e tirar dritto all'hotel per rilassarsi e scrollarsi di dosso la stanchezza del viaggio. Qualche problema con le strade all'inizio ma niente che una buona mappa (o un navigatore per i meno esperti) non riesca a risolvere e arrivati in hotel il check in ti conferma che sei in ferie.

 

La prima volta in America per me è stato nel 2002 in viaggio di nozze e mi sono subito sentito a mio agio. Forse sarà stato per quel “Hi, how are you?” che ti buttano la appena ti vedono però mi ha fatto sentire veramente come un benvenuto a casa loro.

 

Sono tornato in America altre 4 volte. L'aria è diversa, l'odore della mattina è diverso, il vento è diverso, i colori sono diversi, i tramonti sono diversi, il sapore del cibo è diverso. Adoro la colazione, i pancakes, le uova strapazzate con il bacon, il caffè. Esco dal ristorante sazio e pronto per una giornata di scoperte.

 

In auto punto dritto verso la prossima tappa, Intersate o Highway non fa differenza l'importante è guidare on the road come ci ha insegnato la cultura americana. Si incontrano Harley, bande di motociclisti, camion enormi cromati e lucidi, pick-up, Mustang e Corvette. Se chiedi ai miei amici qual'è la loro auto dei sogni risponderanno Porche, Ferrari, Mercedes ma io rispondo sempre Mustang tutta la vita. In strada ci si ferma varie volte per ammirare i panorami, fare foto o rifornimento. Si entra in quei drug store per pagare la benzina e se ne esce con caffè, donouts e succhi. Si riparte impostando il cruise control, indispensabile sulle grandi distanze, e la tappa successiva non tarderà a sorprenderci.

 

Deserti, granitiche montagne, rocce colorate, laghi, boschi, imponenti grattacieli, fiordi, oceani, dune e steppe in un susseguirsi di paesaggi che non ha eguali. Niente mi lascia senza fiato e felice come un landscape americano. Niente. Ricordo che la prima volta che ho visto il Grand Canyon dal South Rim sono rimasto senza parole e mi ha colpito l'assoluto silenzio quasi devoto di tutti i turisti che, come me, si trovavano d'avanti ad uno spettacolo immenso.

 

Di solito in città o nei paesi più piccoli, passeggio entrando e uscendo da negozi di ogni genere dove puoi trovare veramente di tutto. Si spendono bei dollaroni ma se sai quello che ti serve e dove comprare il risparmio è assicurato. Gli outlet e i mall qui sono dei capisaldi dell'economia statunitense e fare shopping, sopratutto per le signore, è davvero divertente. Ovvio che si devono acquistare marche americane.

 

Mangiare senza dover pagare il coperto è fantastico, poi per la mancia si decide al momento. La cucina è varia e contaminata e chi sostiene che in America si mangia male non sa viaggiare e non sa ordinare. Key lime pie, Fried green tomato, Clam Chowder, Jambalaya e poi carne e pesce fantastici conditi nei modi più succulenti. Adoro il Milkshake e la Cheesecake, li prendo sempre.

 

Parlare con gli americani è veramente facile, certo l'inglese base va saputo. Affabili e tranquilli, il più delle volte sgrammaticati ti capiscono sempre e si fanno capire fregandosene della pronuncia.

 

Cordiali è l'aggettivo che secondo me li definisce meglio.

 

L'America non la conoscono nemmeno gli americani tanto è vasta. Girano molto, sopratutto in auto, cambiano spesso casa, fanno vacanze, spendono la pensione in Florida ma stiamo parlando di un continente! Nessuno può dire di conoscerlo bene o di averlo visitato tutto.

 

Ho decine di itinerari chiusi nel cassetto che vorrei fare ma so già che non sarà possibile.

 

Consiglio a tutti di immaginarsi il viaggio e poi di programmarlo. Usate internet, i motori di ricerca, le agenzie locali e i siti diretti delle compagnie aeree: risparmierete un sacco di soldi! Le agenzie di viaggio lucrano tantissimo su cose che si possono fare tranquillamente da soli, specialmente in un paese come gli Stati Uniti.

 

Godetevela, cercate di ricordare ogni singola immagine di quanto osservate, respirate a pieni polmoni la gioia di trovarvi in un film che altro non è che la vostra vita.

Lo scorso anno, oggi, a quest'ora ero appena atterrato a Los Angeles.

 

God bless America

 

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